Nel 2024, il mercato degli affitti brevi in Italia è stato soggetto a importanti modifiche legislative con l’obiettivo di regolamentare meglio il settore, in forte espansione nelle grandi città e località turistiche. La nuova legge ha introdotto regole più stringenti per contrastare l’attività speculativa e garantire maggiore trasparenza e sicurezza.
Una delle principali novità riguarda il limite di quattro unità immobiliari che un singolo proprietario può destinare agli affitti brevi. Superato questo limite, l’attività viene considerata imprenditoriale, soggetta quindi a requisiti e tassazioni differenti. Questa misura mira a limitare l’accumulo di immobili da parte di investitori che potrebbero sottrarre alloggi al mercato delle locazioni a lungo termine, creando squilibri.
Un altro aspetto chiave è l’obbligo per i proprietari di dotarsi di un Codice Identificativo Nazionale (CIN) per ogni immobile affittato a breve termine, un’iniziativa volta a combattere l’evasione fiscale e a monitorare meglio il mercato. Inoltre, la legge prevede un incremento della tassazione: la cedolare secca sugli affitti brevi passa dal 21% al 26% per chi affitta due o più immobili.
Infine, la normativa introduce standard minimi di abitabilità e sicurezza per gli immobili destinati agli affitti brevi, con sanzioni più severe per chi non rispetta le nuove regole.