Negli ultimi anni, il mercato degli affitti per studenti universitari ha subito un’impennata significativa. In molte città italiane, trovare una stanza singola a prezzi accessibili è sempre più difficile, con aumenti che mettono a dura prova le famiglie e rendono più complessa la vita dei fuori sede.
Aumenti oltre il 70% in alcune città
Secondo le più recenti rilevazioni, alcune città universitarie hanno visto i canoni medi crescere in maniera vertiginosa:
- Bologna guida la classifica con un incremento del 73% rispetto al 2021.
- Padova segue con un aumento del 61%.
- Firenze registra un +59%, con un prezzo medio che ha raggiunto i 618 euro al mese per una stanza singola.
- Roma si attesta su una media di 610 euro, in crescita del 44%.
- Milano, storicamente tra le più care, tocca ora una media di 626 euro, con un +18%.
- Anche Bari, Napoli e Torino mostrano rialzi importanti, tra il 20% e il 30%.
Perché i prezzi aumentano
Dietro questi rincari si nascondono diversi fattori:
- Domanda crescente: l’aumento degli studenti fuori sede e internazionali ha intensificato la pressione sul mercato.
- Offerta limitata: in molte città non sono stati creati abbastanza nuovi alloggi per studenti.
- Affitti brevi e turistici: molti proprietari preferiscono destinare gli immobili al mercato turistico, riducendo ulteriormente l’offerta a lungo termine.
- Inflazione e costi di gestione più alti, che spesso vengono scaricati sugli inquilini.
Le strategie degli studenti
Per contenere i costi, molti studenti si stanno adattando:
- condividendo stanze o optando per appartamenti multipli;
- scegliendo zone periferiche o meno centrali;
- ricorrendo a forme di co-living, residenze universitarie o convitti;
- richiedendo supporti economici, dove previsti, come borse di studio o contributi per l’alloggio.
Una questione di diritto allo studio
Il caro-affitti non è solo un problema economico, ma anche sociale. Il rischio è che l’accesso all’università diventi una possibilità riservata a pochi, penalizzando chi proviene da famiglie con redditi medio-bassi.
Servono interventi concreti da parte delle istituzioni, delle università e degli operatori immobiliari per ampliare l’offerta di alloggi accessibili e tutelare il diritto allo studio, che non può e non deve essere condizionato dal mercato immobiliare.