Il Superbonus 110%, introdotto per incentivare la ristrutturazione edilizia e l’efficientamento energetico degli edifici, ha avuto un impatto significativo sulle casse dello Stato italiano. Secondo un’analisi della CGIA di Mestre, fino ad oggi il costo complessivo del Superbonus è stato di 122,6 miliardi di euro in detrazioni fiscali. Lo stesso centro studi di Mestre ha calcolato che cosa si sarebbe potuto ottenere se queste risorse fossero state utilizzate diversamente.
Un’alternativa di investimento
Se lo Stato avesse destinato i fondi del Superbonus alla costruzione di alloggi pubblici, ipotizzando un costo di 100.000 euro per unità, si sarebbero potute realizzare circa 1,2 milioni nuove abitazioni. Questo avrebbe permesso non solo di demolire e ricostruire le 800.000 case popolari esistenti, molte delle quali in condizioni fatiscenti, ma anche di aumentare l’offerta di alloggi pubblici di ulteriori 400.000 unità. Un tale investimento avrebbe significativamente alleviato l’emergenza abitativa che affligge circa 3,5 milioni di persone, secondo il Censis.
Effetti del Superbonus
Nonostante l’importante investimento, solo il 4,1% degli edifici residenziali in Italia ha beneficiato del Superbonus. Tra gennaio e marzo 2024, gli interventi di ristrutturazione sono stati meno di 500.000, con una notevole variazione a livello regionale. Il Veneto ha registrato il maggior numero di interventi, seguito da Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Lombardia e Toscana. Al contrario, le regioni del Mezzogiorno, come Molise, Puglia, Calabria e Sicilia, hanno visto una minore adozione del bonus.
Costi medi per intervento
Il costo medio degli interventi per lo Stato è stato di 247.500 euro per edificio. La Valle d’Aosta ha registrato il costo più alto per intervento, seguita da Basilicata, Liguria, Lombardia e Campania. Il Veneto, la Sardegna e la Toscana hanno registrato i costi medi più bassi.